Tangentopoli ha insegnato che la politica, abbandonando la morale, la ricerca del bene, finisce prima a poi in tribunale. Ma la ricerca del bene comune è un accessorio di lusso o una necessità della politica?
I problemi politici che il nostro paese sta attraversando hanno tra le loro cause un forte deficit di etica. Ma ci sono delle regole che chi fa politica dovrebbe rispettare?
La svolta di Fiuggi, che ha registrato la "quasi morte" del Movimento sociale e la nascita di Alleanza nazionale, apre uno scenario diverso nella politica italiana. Il passaggio alla fase post-fascista lascia però senza risposta importanti domande, prima fra tutte quella sulla reale consistenza della cultura democratica degli uomini di Fini.
A colloquio con Paolo Siniscalco su un interessante progetto editoriale di "Città Nuova".
La lotta politica in corso in Italia porta molti protagonisti a usare tutti i mezzi, anche al di fuori delle regole che servono a garantire la libertà e le partecipazione ordinata. In questo momento di confusione, c'è un compito specifico per i cittadini?
A cinquant'anni di distanza dal suo radiomessaggio per il Natale 1944, la dottrina di Pio XII sulla scelta democratica dei cristiani vede confermate le proprie ragioni e i propri obiettivi.
I conflitti che continuano a svilupparsi nel mondo ripropongono l'attualità della riflessione di Carl Schmitt, che fonda la politica sull'idea di "nemico". Ma è questo l'unico modo di intendere la politica?
La bufera di Tangentopoli ha scoperchiato la pentola di tutti quegli interessi che cercavano di ottenere il favore del potere politico attraverso pressioni nascoste. Ma come garantire, per il futuro, che la rappresentanza degli interessi venga condotta in forme compatibili con la democrazia?
Il filosofo austriaco recentemente scomparso ha grandemente contribuito alla lotta delle democrazie contro i totalitarismi, ma i problemi attuali della società richiedono un'ulteriore apertura degli orizzonti.