Negli ultimi anni si è fatta sempre più presente, all'interno del mondo cattolico, una sorta di "riscossa liberale", che sottolinea gli elementi di affinità tra il filone liberale e la dottrina sociale cristiana.
In un recente documento della Commissione "Giustizia e pace" della diocesi di Milano vengono tratteggiate le linee di una riforma istituzionale alla luce della dottrina sociale cristiana.
E' decollato un dibattito sul ruolo dei cattolici nella vita pubblica italiana, che mette in risalto i compiti di una spiritualità comunitaria.
Sono ottantotto, e raccolgono sia affermazioni di principio che proposte concrete. Cominciamo così l'analisi dei programmi con i quali i vari raggruppamenti politici si presenteranno al giudizio degli elettori.
Davanti al rischio di un nuovo astensionismo politico, all'indomani del Convegno della Chiesa italiana, lo storico Giorgio Rumi ribadisce le ragioni e i compiti dell'impegno politico dei cattolici.
Ma in quale modo? Mentre si continua a discutere sulla data delle elezioni politiche, vengono proposte riforme delle leggi elettorali fortemente divergenti tra loro: ma la soluzione, forse, sta nell'impegno dei cittadini.
Attraverso vent'anni di proposte referendarie, Pannella e i suoi hanno delineato una strategia di riforma delle istituzioni che, a fianco di qualche intenzione positiva, tende a imporre un'ideologia fortemente individualista.
La proposta di referendum sull'aborto che in questi giorni Marco Pannella propone agli italiani di firmare, toglie ogni forma di tutela della vita del nascituro, trasformando l'interruzione volontaria della gravidanza in un metodo per il controllo delle nascite.
In qualunque campo intervenga, la politica ha sempre un obiettivo da conseguire: la pace, il bene comune universale. Ma quali sono gli ostacoli da affrontare? E a che principi e metodi fare riferimento?